L’Osservatore Determina la Realtà

mercoledì 1 marzo 2023

Una riflessione nata da alcuni sogni vissuti nell'ultimo periodo, commista ad alcune cose che ho letto e alcune conversazioni che ho vissuto.
Una breve premessa, legata ad uno di questi articoli:


Siamo nel 1909, in Inghilterra, in un laboratorio di fisica. Geoffrey Ingram Taylor sta effettuando un test scientifico, per esplorare la sostanza di cui si compone il corpo umano e l’universo. Il test consiste nel proiettare dei fotoni, particella elementare della radiazione elettromagnetica, contro una barriera con due fori, per poterne osservare il comportamento.


Ciò che ci si aspetta è che i fotoni transitino per i due fori una alla volta. Invece, in modo del tutto inaspettato, ogni corpuscolo, singolarmente, cambia forma diventando un’onda ed attraversa i due fori simultaneamente, tornando successivamente corpuscolo. Nella fisica tradizionale ciò non è ritenuto possibile e non ha alcun senso. Come aveva fatto la particella a “sapere” che vi era più di un foro nella barriera?


La conclusione fu che l’osservatore, l’unico che poteva sapere dell’esistenza del doppio foro, aveva influenzato la particella attraverso il semplice fatto di essere presente all’esperimento. L’in-formazione presente nell’osservatore aveva fornito le istruzioni della nuova forma da assumere, dovendo muoversi in presenza di due fenditure.


Questo esperimento, ripetuto nel 1998 presso il Weizmann Institute di Israele con apparecchiature più sofisticate e sensibili, ha confermato gli esperimenti di 90 anni prima. Inoltre, l’esperimento ha fornito un’ulteriore scoperta, cioè che più le particelle venivano osservate, più erano influenzate dall’osservatore.


Le implicazioni sono notevoli e, anche se non ancora completamente riconosciute ufficialmente, ampiamente valorizzate dall’intera comunità scientifica, prova ne siano i molteplici Premi Nobel assegnati ai maggiori esponenti di questa preziosa branca della fisica, la meccanica quantistica.
In sintesi, l’esperimento sostiene la teoria che la realtà è la risultanza fra osservatore ed osservato, significa che l’universo esiste perché vi è un osservatore, significa che il sistema di credenze dell’osservatore determina l’esistenza della realtà nella forma in cui egli crede che sia.


John Wheeler, noto fisico statunitense, insignito nel 1997 del Premio Wolf, assegnato a scienziati ed artisti viventi che si sono distinti per il bene dell’umanità e dei rapporti fra i popoli, lascia pochi dubbi in merito: “non potremmo neanche immaginare un universo che … non contenesse degli osservatori, perché i mattoni stessi dell’universo sono questi atti di osservazione partecipata”.


FONTE: L’OSSERVATORE DETERMINA LA REALTÀ


Se volete approfondire, vi invito a raggiungere la pagina qui sopra indicata.
Per quanto concerne me, proseguo la mia riflessione.


A me questi argomenti interessano molto.

Specialmnete quando leggo storie che mi coinvolgono emotivamente. Anni fà mi sono imbattuta in un video interessante. A quel tempo mi interessavo all'angeologia di Igor Sibaldi (merito di mio fratello che me ne parlò mentre approfondivamo l'argomento Bibbia, Nuovo Testamento, Via Cristica, ecc) e mi mi sono trovata di fronte questo video:



Parla di una tecnica buddista, la tecnica dei 101 desideri.

Ultimamente youtube è diventato piuttosto insistente a ripropormelo (pubblicato 9 anni fà oramai) l'ultima volta stasera.

Così mi sono decisa, è ora di condividerlo nella mia casa qui, a beneficio di chi vuole approfondire.

Perché?

Perché sento che Arda e tutto ciò che contiene può far bene alle persone.

Follia? Può darsi. Oramai sono ad un tale livello da poter ammetere con schietta onestà di aver già attraversato il confine razionale di realtà o mondo primario.

È possibile manifestare quello che desideriamo? Si.

È possibile ottenere tutto ciò che si vuole? Prova.

Tornando alla riflessione, ho idea che il Professore in qualche modo abbia canalizzato dai regni superiori qualcosa che poi ha tradotto in parole nelle sue opere.

Non posso spiegare con maggior chiarezza questo concetto, sento che è così, e sento anche che è importante farlo presente a voi che mi leggete.

Come poi le vostre vite ne verranno influenzate sarà una vostra decisione, ma è importante che vi proponga questa prospettiva, per quanto assurda e folle possa essere.

Vi auguro buona vita, a voi tutti carissimi.

Buona vita


1 Interventi lasciati nella Bacheca:

Capire e amare il Silmarillion ha detto...

Carissima Earwen, ancora una volta grazie per aver condiviso queste tue riflessioni con noi.
Essendo stata io un chimico, ho ben in mente quello di cui parli. E anche Sibaldi l'ho conosciuto, forse grazie a una mia vecchia amica, ora non ne ho precisa memoria.
Ma di una cosa ho sempre avuto una sensazione netta, su cui vorrei commentare con te. Anche io ho sempre creduto che il Professore fosse ispirato da una realtà superiore, che si fosse canalizzata ed espressa attraverso le sue parole. Qualcuno sottolinea che egli sia solo un narratore, uno scrittore, un inventore di narrativa. Ma per me è molto di più. Quando mi sono immersa nei suoi scritti, in particolare quello di cui mi occupo principalmente, ho sempre avuto la netta sensazione che egli fosse una sorta di Vate, ispirato da una realtà trascendente. Mi fa piacere sentire che anche tu la pensi così. Allora non sono pazza, o siamo pazze in due ^__^

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