La Magia degli Elfi nel Mondo Secondario di Tolkien

domenica 15 ottobre 2023

 

 – e in generale nel Mondo Primario

Parte Prima


Premessa: molte delle mie riflessioni sono scaturite, non solo dalla lettura delle opere del professor J.R.R. Tolkien, ma anche da video di approfondimento pubblicati da persone che, oltre a condividere con me questo interesse, ne sanno anche molto di più. 

Uno fra tutti, Paolo Nardi, di cui metto il link qui di seguito, il quale recentemente ha presenziato alla conferenza La magia e il Mondo Secondario di Tolkien, dove presentava la sua ultima fatica: Alla Scoperta della Terra di Mezzo:



Nel Signore degli Anelli, nel Silmarillion e in generale nelle opere di Tolkien, la Magia è descritta in modo diverso rispetto a come siamo abituati a sentirne e a parlarne nella nostra epoca attuale: anno 2023 d.C.


In primo luogo, parlerò spesso in modo misto: a volte nel contesto della Terra di Mezzo, a volte nel nostro contesto attuale, poiché ho trovato il confine fra i due mondi, Primario (nostro) e Secondario (Arda) molto, molto labile.

Magia è un termine usato dalle razze mortali per indicare il modo di interagire degli Elfi, dei Maiar, Valar ed Istari (Maiar incarnati in forme mortali) con la realtà tangibile di Arda.
Morgoth, Sauron e i loro servi meritano un discorso a sé in quanto, Tolkien nel loro caso parla specificamente di Stregoneria.

A differenza di altri racconti più moderni, dove la magia è un atto di volontà specifico che si concretizza ottenendo dati risultati, la Magia di Arda non ha formule arcane racchiuse in tomi, bacchette magiche come nel Mondo di Harry Potter: si tratta piuttosto di una vera e propria interazione degli individui con il Creato, il più delle volte in modo naturale ed involontario.

Come avviene? Il più delle volte, l’intenzione focalizzata sul risultato manifesta l’evento: Idril, ne La Caduta di Gondolin, riesce a scrutare nel cuore del cugino Maeglin e vi scopre un’oscurità profonda. Ha incubi, delle vere e proprie visioni, che le giungono naturalmente.
Ma non ha bisogno di strumenti di divinazione, pendoli, sfere di cristallo, tarocchi o altro: è intuizione pura. Lei legge nel cuore di chi ha di fronte.
Suo padre Turgon, durante la loro vita a Valinor, un giorno si trovò di fronte Morgoth (durante il periodo di finta collaborazione con il resto dei Valar, mentre lentamente tesseva la sua ragnatela di mezze verità fra i Noldor e gli Elfi in generale) e si dice una cosa curiosa: lo sguardo di questo Noldor, fu in grado di trafiggere gli occhi del Vala Oscuro e, in quell’istante, Morgoth ebbe paura. Viene proprio detto che lo sguardo di Turgon gli diede una sorta di premonizione: quell’Elfo rappresentava la sua rovina.

Sappiamo poi come andrà...

Il discendente Elrond Mezzelfo, Signore di Imladris (GranBurrone, Valforra...) ha lo stesso dono.

Gandalf quando si trovano di fronte alle porte di Durin, ingresso di Moria, legge l’iscrizione sulla Porta (in elfico) e all’inizio rimane interdetto perché non ricorda quale sia la formula magica.
Buffa considerazione: non ve ne è alcuna! Frodo gli domanda “qual’è la parola elfica per Amico?”
Mellon!” E in quell’istante, la porta si apre.

Tecnologia domotica a riconoscimento vocale? Magia?
È in quest’ambiguità che troviamo la Magia nel regno di Arda.

Sappiamo, dal Valaquenta, che senza il Fuoco Segreto che brucia nei Valar e Maiar (Morgoth escluso) non si può creare nulla.
Morgoth è in grado unicamente di modificare, corrompere nel suo caso specifico, poiché la sua interazione con gli Altri è quasi interamente discordante.

Perché solo quasi?
Perché in quei brevi momenti in cui ha collaborato, durante lo svolgersi della Grande Musica, egli ha infuso di qualità uniche gli altri elementi presenti. Specificamente nell’Acqua: fu grazie a Morgoth se nacquero Neve, Ghiaccio e Pioggia.
Nei racconti perduti v’è una riflessione in cui Ulmo stesso riconosce questa verità.

Ma perché gli Uomini Mortali vedono nella magia qualcosa di così pericoloso e sinistro?

Innanzitutto, gli Uomini Mortali non capiscono la differenza fra Magia e Stregoneria.

Ho cercato una risposta a questa domanda per molto tempo: ho notato che la Magia il più delle volte è un’interazione personale con il Creato, che va ad influenzare al minimo il Fato ed il Libero Arbitrio di tutti gli Altri: nel tuo spazio sacro sei onnipotente, padrone e re/regina di te stesso/a, ma al di fuori di esso si cerca la collaborazione per una migliore convivenza fra tutti, in armonia con la Natura, che è l’Amalgama del Canto di tutti i 14 Valar nel Mondo: vi si trova proprio tutto, a tutti i livelli, in ogni elemento, in ogni regno naturale, perfino nelle sfere dell’ambito della vita dei Primogeniti e dei Secondogeniti, la presenza dei Valar è tangibile e concreta.

La Stregoneria è un’interazione più cupa, che va a distorcere, l’antitesi dell’amalgama naturale, va a corrompere e a imporre una struttura specifica, non sempre adatta agli elementi su cui agisce.

Per ora concludo qui la prima parte della mia Riflessione.
Nella seconda, affronterò il Tema dell’Interazione della psiche umana attuale con la Realtà secondo i principi moderni: Quattro Potenti di Neville Goddard, Legge di Attrazione, Reiki e Campo GIA, con ua breve parentesi sulla Magia dell’Uomo Rinascimentale.

Sperando di avervi offerto qualche spunto di riflessione, vi auguro felice Anarya.

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